IL VALORE DELLA FORMAZIONE CONTINUA

La realtà intorno a noi sta cambiando ad una velocità di crociera mai vista prima. Il mondo del lavoro si trasforma sulla spinta di nuove tendenze, nuove tecnologie, nuovi modelli di business è perciò sempre più complesso immaginare che una persona possa portare avanti un’intera carriera facendo affidamento solo sulle nozioni che ha appreso nelle prime fasi della sua vita e della sua formazione. Oggi è fondamentale riconoscere la trasformazione che è avvenuta nella nostra società ed anche l’importanza di acquisire un nuovo mindset per poterla affrontare e gestire.

Accogliere un nuovo mindset significa anche comprendere il valore della formazione continua.

Una volta, prima del digitale, la nostra vita lavorativa e culturale, era suddivisa in tre fasi: l’apprendimento delle informazioni, l’applicazione sul campo ed il trasferimento della conoscenza ad altri. Oggi la situazione è totalmente diversa, non ci muoviamo più linearmente lungo queste tre fasi, ma ci viene richiesto un aggiornamento costante delle nostre competenze e l’adozione del concetto di Lifelong learning nella nostra vita: l’apprendimento continuo non è quindi solo una moda del momento ma è un qualcosa destinato a restare e modificare profondamente le nostre abitudini.

Ma perchè la formazione continua è così importante?

Perchè le nuove tecnologie sono altamente pervasive e stanno ridisegnando completamente il nostro mondo ed i nostri lavori; lo stesso mercato del lavoro è stato modificato nella sua struttura e funzionamento dall’arrivo del digitale. Acquisire nuove competenze è una necessità, una garanzia di sopravvivenza, non è semplice sete di cultura. Oggi non avere un’educazione finanziaria o non possedere competenze digitali di base equivale automaticamente a precludersi la possibilità di operare scelte strategiche per la propria vita.

Ma che cosa è il lifelong learning?

Potremmo definirlo come una scelta autonoma di studio costante destinato al raggiungimento del proprio sviluppo personale che va oltre quello previsto dai percorsi standard scolastici, universitari o aziendali. D’altronde tutti gli esseri umani hanno una spinta innata ad esplorare, imparare e crescere e molto spesso quando questa spinta viene ignorata, sacrificata o non ascoltata, gli effetti sulla qualità della vita e sull’autostima di una persona sono devastanti; perciò che si tratti di perseguire passioni, interessi personali o semplicemente pura ambizione professionale, abbracciare il lifelong learning può aiutare a raggiungere la propria realizzazione.

Non si deve guardare alla formazione continua come qualcosa di noioso, una nuova fatica, un nuovo dovere, un nuovo esame: il lifelong learning è qualcosa di molto stimolante, qualcosa che ci arricchisce, che ci allontana dalla routine delle cose che dobbiamo fare per forza, qualcosa che ci da la forza per ricordare che siamo noi a guidare ed avere le redini sulla nostra vita. La formazione continua significa semplicemente essere aperti e accogliere senza paura nuove idee e nuove prospettive.

Oggi le organizzazioni, le aziende, il mondo del lavoro in generale richiede ai lavoratori di aggiornare costantemente le proprie competenze al fine di mantenere alto il grado di competitività nei mercati e nei contesti sempre più mutevoli e imprevedibili.

Dedicare tempo alla formazione vuol dire darsi la possibilità di poter scegliere per il proprio futuro ed implica anche accettare l’idea che quanto si è già appreso non sia più valido e vada modificato: la capacità di acquisire nuove informazioni e competenze presuppone infatti l’elasticità mentale di disimparare ed eliminare le informazioni non più valide indipendentemente dal tempo e dalla fatica fatta per apprenderle.

Parlando del valore della formazione, il mio ruolo nella CNA ed il mio impegno a favore dell’empowerment femminile anche in RID, mi spingono a parlare e a dirottare una parte di questo articolo verso le tematiche del digitale. Oggi le donne si trovano a vivere una situazione molto complessa dal punto di vista sociale e lavorativo. La pandemia ha di fatto aumentato il divario esistente tra uomini e donne, inoltre ha completamente cambiato il modo in cui si lavora, accelerando l’automazione, l’intelligenza artificiale e tutto quelle tecnologie che oggi sono alla base di Industry 4.0 e che volente o nolente determineranno i lavori del futuro; le donne non sono pronte, purtroppo fortemente limitate dal retaggio culturale, non hanno avuto modo di intraprendere percorsi STEM e di sviluppare le competenze necessarie per affrontare queste nuove sfide. Le istituzioni oggi sono al lavoro per fornire possibili soluzioni alle diverse questioni che rendono difficile e poco gratificante la presenza delle donne nel mercato del lavoro, vedi la legge n.7 del 2021 a favore della parità salariale, ma non basta, è necessario operare sulle cause che in questo preciso momento storico bloccano le donne e le tengono lontane dal mondo del lavoro: il welfare e le competenze digitali.

Ma se del Welfare è la politica a farsene carico, di competenze digitali intese come upskilling e reskilling, devono essere le donne stesse ad occuparsene ( laddove il datore di lavoro, il management o l’organizzazione non se ne facciano carico ); è importante che le donne abbiano le competenze digitali necessarie per affrontare le sfide che i mercati impongono ed è altrettanto importante che abbiano la consapevolezza che gran parte dei lavori del futuro dipenderanno da queste skills e che quindi dedicarsi alla formazione continua non è un semplice suggerimento ma la chiave per poter aspirare ad occupare ruoli più importanti, posizioni decisionali e una chance per riscrivere la propria storia.

Recommended Posts