IL SOGNO

PRESIDENTE CNA I MPRESA DONNA

 

 

«Ogni sogno a cui rinunci è un pezzo del tuo futuro che smette di esistere»

Steve Jobs

 

Osservando con dovuta attenzione la storia dell’industria italiana, si nota che l’imprenditorialità femminile è un fenomeno recente. Le donne, da sempre, sono state una minoranza nel tessuto imprenditoriale del nostro paese perché la società con la sua cultura patriarcale, le ha incoraggiate ad essere esclusivamente mogli e madri casalinghe. Fortunatamente, questa condizione, oggi si sta modificando, sia grazie al cambiamento culturale in atto, sia per merito dei progressi tecnologici che rendono più facile per le donne avviare una propria impresa ed anche, volendo, lavorare da casa. Nonostante le condizioni di svantaggio in cui sono state relegate negli anni passati, le donne hanno trovato il coraggio e la motivazione per avere un ruolo determinante nella società: oggi, quando decidono di intraprendere un’attività, lo fanno con grinta e con successo.

Negli ultimi decenni c’è stato un grande aumento dell’imprenditoria femminile.

Le donne hanno capito che essere un’imprenditrice può essere la soluzione più efficace per avere il controllo della propria carriera ed al tempo stesso continuare ad occuparsi della famiglia e dell’educazione dei figli, grazie alla maggiore flessibilità e autonomia che si ha a disposizione rispetto al lavoro dipendente. Sfavorite nelle attività economiche e sottovalutate dal mondo del lavoro per troppo tempo, le donne hanno sviluppato una maggiore propensione a rischiare, con una carriera da imprenditrici, per realizzare i propri obiettivi ed avere successo nel mondo del business.

Essere capaci di sognare è il primo passo del lungo e tortuoso percorso che porta una donna a fare impresa. L’imprenditorialità è una scelta rischiosa, stimolante e gratificante spesso determinata dalla necessità di mantenere un ragionevole equilibrio tra lavoro e vita privata.

Il sogno però è più forte della paura di non farcela, perché porta dentro di sé il seme dell’idea e l’istinto dell’azione. E quando ogni domanda è stata fatta e sviscerata, quando ogni strada è stata liberata dagli ostacoli, è proprio in quel momento che una donna inizia a sognare liberamente e a creare la sua vision e la sua mission.

Il percorso che noi chiamiamo Creazione d’Impresa non è una strada asfaltata ma, è un sentiero tortuoso, accidentato, in salita, dove a volte è possibile procedere in staffetta ma la maggior parte delle volte è una gara in solitaria, contro noi stesse, contro tutto quello che ci hanno fatto credere sulle nostre capacità e sulla nostra forza.

 

Secondo i dati dell’ultimo rapporto del Global Entrepreneurship Monitor oggi nel mondo ci sono 274 milioni di donne che si occupano di progetti di startup, 139 milioni di imprenditrici e 144 milioni di donne investitrici. Ognuna di queste donne sta portando contributi importanti all’economia e alla società globale. Infatti, gran parte della crescita economica, dell’innovazione e dell’occupazione trae la sua origine nella creazione di nuove imprese.

Le imprese al femminile sono più attente alla sostenibilità sociale, a quella ambientale, tutti quei temi che oggi sono importantissimi, soprattutto in funzione dell’agenda ONU 2030, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.

E’ chiaro che esiste un’interdipendenza tra l’imprenditoria femminile e lo sviluppo economico così come è chiaro che esiste una correlazione tra l’empowerment femminile e la riduzione del gender gap.

Fare impresa per una donna non è però una cosa semplice, sono tantissimi gli ostacoli da affrontare e superare. Il primo, come già accennato all’inizio, è sicuramente la cultura, che purtroppo ancora oggi vede le donne relegate al ruolo di caregiver: secondo un’indagine condotta dalla Commissione Europea, per la formulazione della Strategia per la parità di genere, il 44% dei cittadini europei ritiene che il compito principale di una donna sia dedicarsi alla casa e alla famiglia!

Anche l’accesso al credito si rivela essere un grosso ostacolo: un recente rapporto di Unioncamere ci dice che il credito bancario rappresenta solo l’11% delle fonti di finanziamento femminile, a fronte di un elevato ricorso al capitale proprio, perché gli istituti di credito creano molte più barriere alla partenza per le imprese femminili rispetto a quelle maschili.

Non ultimo, abbiamo anche l’ostacolo delle competenze digitali: oggi le aree che presentano maggiori possibilità per fare impresa e crescere sono quelle legate alle tecnologie digitali, ovvero, tutti quei settori in cui le donne rappresentano ancora una minoranza.

È quindi arrivato il momento di cominciare ad investire seriamente sulla formazione intesa come Up-skilling e Re-skilling, per pianificare una strategia che abbia come obiettivo l’educazione ed il rafforzamento delle donne dal punto di vista finanziario, economico e digitale. Ciò vuol dire metterle nella condizione di lavorare per il proprio empowerment e sfruttare, così come indicato dalle stime dell’International Labour Organization (ILO), il loro potenziale produttivo sottoutilizzato.

 

Le donne sono un’enorme risorsa per lo sviluppo del nostro paese ed è arrivato il tempo di metterle nella condizione di potere esprimere a pieno tutto il loro talento.

 

Purtroppo, i dati che abbiamo a disposizione ci danno informazioni molto diverse da quelle che potremmo desiderare: il 50% delle neo-imprese fallisce nei primi 5 anni di vita, non perché le idee imprenditoriali non siano valide ma, perché manca la conoscenza di cosa voglia dire fare impresa.

La maggior parte delle donne che si avvicinano ad un’attività imprenditoriale non sanno cosa aspettarsi, sono completamente concentrate sulla competitività della loro idea progettuale ed ignorano e non si preoccupano minimamente di come strutturare, gestire e sostenere finanziariamente l’attività in toto.

Ecco perché nasce questa sezione del blog dedicata all’imprenditoria femminile: per prendere per mano ogni donna che ha il suo sogno nel cassetto, aiutandola ad organizzare le conoscenze necessarie, indicandole un metodo di lavoro e supportandola 360° per superare la difficoltà di passare dal dire al fare!

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